Condividi su:
Stampa articolo

Recovery plan, Mission, Attuazione e diversificazione nei singoli settori e nel c.d. "e-Sports"

31/10/2022

In questo articolo che mi accingo ora ad esaminare parto dalla descrizione e definizione di cosa hanno messo a punto il Governo e l’U.E. affinché ci potesse essere una ripresa, seppur lenta, dell’economia attraverso lo studio che il Ns “Legislatore” di comune accordo con i “Tecnici e Studiosi” dell’U.E. ha messo a punto al fine di rimediare se non del tutto almeno in parte ai danni riportati dalle singole attività ed aziende in seguito allo sviluppo della “Pandemia da COVID –19". 

Per prima cosa posso dire che il P.N.R.R. altro non è che il programma di investimenti che l’Italia e gli altri partner UE devono consegnare obbligatoriamente alla Commissione europea per accedere alle risorse del Recovery Fund.

Nel caso dell’Italia, prima beneficiaria degli aiuti europei, si tratterà di 191,5 miliardi di euro, divisi tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, a cui si andranno ad aggiungere i 30 miliardi di un fondo complementare, per una dotazione complessiva di 221,5 miliardi.

L’obiettivo è condiviso da tutti gli Stati membri: rilanciare le economie nazionali e dare respiro al tessuto sociale dopo un anno di rigide restrizioni e perdite macroscopiche dei volumi del PIL (cfr. www.mooney.it).


Le missioni

Il Piano è organizzato in sei missioni. La prima, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo.

Sono previste tre tipologie di riforme: riforme orizzontali, riforme abilitanti e riforme settoriali.


Next Generation EU e obiettivi del PNRR

L’Unione Europea, si legge nella bozza del PNRR, ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Le linee di investimento devono essere accompagnate da una strategia di riforme che si svilupperà secondo tre tipologie di azioni:

le riforme orizzontali, che consistono in innovazioni strutturali dell’ordinamento, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico (doing business) del Paese. Il Piano ne individua due: la riforma della pubblica amministrazione e la riforma del sistema giudiziario, tra cui la riforma della giustizia tributaria volta  a ridurre il numero di ricorsi alla Cassazione, a farli decidere più speditamente, oltre che in modo adeguato da approvare entro il 2022;
le riforme abilitanti cioè gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese. 
le riforme settoriali contenute all’interno delle singole Missioni, cioè le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali (ad esempio, le procedure per l’approvazione di progetti su fonti rinnovabili, la normativa di sicurezza per l’utilizzo dell’idrogeno).

Al centro dell’esame delle modalità gestionali del PNRR relative al nostro Paese si colloca la comparazione del modello di governance identificato in dettaglio dalla Commissione europea, in particolare con le linee guida del 22 gennaio 2021 ed il Regolamento del 12 febbraio 2021, e, seppure in modi diversi, concretizzato nelle parallele esperienze degli altri Stati membri dell’Unione europea (UE) e, in particolare, di Francia, Germania e Spagna.
All’emergenza sanitaria si è aggiunta in tempi molto rapidi una pesante recessione delle economie. L’UE ha risposto in maniera efficace e tempestiva. La Banca centrale europea (BCE) ha creato le condizioni migliori affinché il sistema bancario e finanziario non soffrissero di alcuna mancanza di liquidità; al tempo stesso la BCE ha costruito una efficace linea di difesa dei debiti nazionali (destinati ad accrescersi in maniera sensibile) promuovendo una serie di massicci acquisti di obbligazioni governative.

In questo contesto di rinnovata condivisione e estensione delle politiche pubbliche europee, si è consolidata velocemente fin dalla tarda primavera del 2020 l’idea del cosiddetto NextGenerationEU, un gigantesco programma di interventi pubblici (finanziato anche con l’emissione di debito comune europeo, altra novità di enorme importanza) diretto ad assicurare un’uscita più veloce dalla recessione legata alla pandemia e alla difesa della salute pubblica realizzata principalmente tramite i lockdown. Un’uscita, tuttavia, affidata a interventi di taglio maggiormente strutturale e quindi di rilancio permanente delle economie europee lungo la strada della trasformazione digitale e, soprattutto di quella ispirata dagli obiettivi di sostenibilità.

E infatti, il flusso delle politiche programmate, nonché i pilastri fondanti del NextGenerationEU, sono proprio la transizione verde, la trasformazione digitale, l’occupazione e la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; la coesione sociale e territoriale, la salute e resilienza e le politiche per la prossima generazione, comprese, in modo particolare, il rafforzamento dell’istruzione e l’aggiornamento delle competenze. L’incontro di tali flussi e la presenza dell’UE, come imprenditore di policy, ha comportato che, dopo un processo tanto complesso quanto rapido, l’11 febbraio 2021 il Consiglio europeo adottasse il regolamento che ha messo su basi molto concrete il Piano per la ripresa e resilienza dell’Unione Europea.

In questa luce, è opportuno riflettere sul significato di un termine chiave: resilienza.
La parola resilienza indica l’attitudine a sopportare gli urti senza infrangersi. In fisica concerne l'abilità dei materiali a reagire a collisioni e ad assorbire l’energia generata che verrà rilasciata successivamente. In campo tessile i tessuti, dopo un’alterazione, tendono ad essere resilienti, riassumendo l’aspetto iniziale. In psicologia si afferma la resilienza dell’essere umano, in quanto incline a non abbattersi e a reagire dinanzi a traumi e difficoltà. 
Non appare un caso quindi che l’Unione Europea abbia deciso di denominare uno degli strumenti politici ed economici più potenti mai varato, “Dispositivo per la ripresa e la resilienza”.

Vivere momenti storici può comportare un grande rischio: sottovalutare o non cogliere la straordinarietà del momento. Il presente elaborato di tesi nasce proprio da questa consapevolezza.

La propagazione dell’epidemia e la sua trasformazione in pandemia ha cambiato gli equilibri mondiali ed ha comportato la necessità che l’Unione Europea reiventasse il suo ruolo di organismo sovrannazionale e ridisegnasse nuove modalità di intervento e di aiuto.

In tale contesto il flusso dei problemi è chiaramente l’emergenza sanitaria innescata dal COVID-19, a cui si aggiunge la conseguente emergenza economica. Il flusso delle politiche, nonché pilastri fondanti del piano Next Generation EU, sono: la transizione verde, la trasformazione digitale, l’occupazione e la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; la coesione sociale e territoriale, la salute e resilienza e le politiche per la prossima generazione, comprese istruzione e competenze6. L’incontro di tali flussi e la presenza dell’Unione Europea, come imprenditore di policy ha comportato che l’11 febbraio 2021 il Consiglio europeo adottasse il regolamento che ha istituito il Piano per la ripresa e resilienza dell’Unione Europea (ww.iidea.it).

Il primo pacchetto economico a sostegno dei sistemi sanitari, delle PMI, del mercato del lavoro e delle parti più vulnerabili

Il 20 marzo 2020 la Commissione ha proposto di attivare la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita. La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato: "Oggi proponiamo 

Le stime sugli impatti del PNRR previste dal governo sono significative e riguarderanno le principali variabili macroeconomiche, l’inclusione sociale, lo sviluppo sostenibile e l’equità. 


<< Il-pnrr-la-percezione-degli-italiani-e-gli-esport-come-si-misura-il-videogioco

Quello dell’eSport è un capitolo a parte perché quello dei giochi competitivi è un mercato che globalmente sta acquisendo sempre più popolarità ma in Italia fa più fatica che altrove. E infatti secondo Censis, il 58,5% degli italiani conosce o ha sentito parlare di esports, le competizioni di videogiochi. 

I videogiochi non sono soltanto entertainment, ma hanno e in prospettiva possono acquisire un valore sociale sempre più importante. A evidenziarlo è il primo rapporto “Il valore economico e sociale dei videogiochi in Italia”, realizzato da Censis in collaborazione con l’idea, l’Italian Interactive & Digital Entertainment Association, che rappresenta l’industria dei videogames in Italia

Infatti, è stato proprio, e prevalentemente, nel periodo del Lockdown imposto dal Governo Conte a seguito della situazione Pandemica che uno dei settori che ha risentito maggiormente e ha subito forti perdite economiche è stato, non a caso il settore sportivo e conseguentemente anche il settore del Gaming ossia dei videogiochi".

È stato, perciò, necessario un forte intervento da parte dell'attuale Governo "Draghi" anche grazie alla forte spinta di tutte le maggiori forze politiche intervenire e affidare ai settori che più hanno risentito in questi due anni e mezzo circa della condizione al fine di cercare di risollevare, almeno in parte, mediante lo stanziamento di Fondi il settore sportivo e il gaming oltre a tutti gli altri che hanno subito forti perdite e necessitavano pertanto di un rilancio>>.

La ripresa economica nel 2022 dovrebbe trasformare gli eSport in una mossa redditizia del valore di 9,5 miliardi di R$

In questo scenario è cresciuto il numero di aziende che sono scese a giocare e hanno preso il controllo durante il Covid-19. Questo è stato il caso di Honkytonk, nato nella pandemia per consolidare la leadership nei giochi elettronici, sfruttare il business e aumentare il coinvolgimento con le comunità di giocatori.

Brasile, gennaio 2022: secondo lo studio Newzoo, gli eSports non hanno smesso di crescere e di attrarre sempre più investimenti. L'aspettativa della consulenza dati specializzata in materia è che, nel 2024, la modalità guadagnerà 1,6 miliardi di BRL e crescerà del 17,5% all'anno fino al 2030.

In questo scenario, il Brasile occupa la quinta posizione con la più grande popolazione di giocatori online in termini di numero di giocatori e acquirenti del settore, oltre ad essere il più grande mercato di Mobile Gaming in America Latina.

I numeri non si fermano qui. I ricavi da diritti media, pubblicità, sponsorizzazioni e live streaming equivalgono a oltre il 70% del totale movimentato dal settore, secondo i dati di Newzoo.

Con questo scenario, molte aziende e startup, come Honkytonk, hanno iniziato a giocare per fare soldi con gli eSports. Il produttore del gioco e del campionato ha sfruttato questo momento per reinventarsi. (cfr.: https://alvonews.com.br/economic-recovery-in-2022-should-turn-esports-into-a-profitable-move-worth-r9-5-billion/).

In conclusione, possiamo, quindi, dire che l’avvio della misura è tuttavia subordinato al riconoscimento dell’eccezione all’Aiuto di Stato da parte della Commissione Europea, atteso per i prossimi mesi.
Una situazione davvero molto ‘povera’ in termini di risorse, se confrontata con gli oltre 600 milioni di euro stanziati dai Paesi prima citati, ma nondimeno sono primi segnali di un riconoscimento dell’industria dei videogiochi anche nel nostro Paese. In ogni caso, comunque, persistono criteri valutativi visibilmente starati rispetto alla realtà, come ad esempio la distinzione tra videogiochi ‘buoni’ di impronta narrativa (o con finalità educative e culturali) e videogiochi ‘cattivi’ con finalità commerciali. Una distinzione irrealistica, che tuttavia condiziona natura e tipologia degli interventi.

<< Una dinamica espansiva potenzialmente esponenziale, con ricadute socioeconomiche che, a questo stadio, sono una grande opportunità per l’Italia. Ecco allora che, al tempo del decollo con le risorse del Pnrr e di altre fonti, nella competizione tra settori un posto importante va dato anche al gaming, “perché dagli investimenti sul settore potrebbero discendere risultati significativi su fatturato, occupazione aggiuntiva qualificata, incremento del gettito fiscale e mobilitazione di risorse private. Un esito win-win possibile purché per l’industria del gaming si facciano le cose giuste al tempo giusto”.

Infine, si può concludere dicendo che investendo nel gaming 45 milioni di euro in cinque anni (la somma prevista dal Pnrr alla voce finanziamento delle piattaforme di servizi digitali per gli sviluppatori e le imprese culturali), il fatturato delle imprese italiane del settore salirebbe a 357 milioni di euro nel 2026. 

Possiamo, quindi, aggiungere che essendo il "Recovery Found" uno strumento legato all’emergenza innescata dal COVID-19, l’utilizzo del fondo deve essere strettamente legato alle spese dirette ed indirette connesse al virus. Per tali motivi, data la temporaneità dello strumento, la cui linea di credito è limitata, le stringenti regole legate al MES in tal caso non verrebbero applicate>> (cfr.:- - - https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/videogiochi-e-boom-di-fatturato-e-grazie-al-pnrr-arriveranno-mille-nuovi-posti-di-lavoro/

- https://www.ilsole24ore.com/art/il-pnrr-percezione-italiani-e-esport-come-si-misura-videogioco-AExVe3s)